martedì 20 febbraio 2018

Toh! un cappello!- Jon Klassen (Siamo amici condividiamo cose)

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Inizierò questo post con una domanda personale: Quante amicizie avete sciolto perché a voi e alla vostra amica/o piaceva lo stesso maglioncino ( a me mai, i vestiti che mi piacciono agli altri fanno schifo), o peggio, lo stesso ragazzo (idem dei vestiti)? Molte? Troppe? questo perché non avevate ancora letto il libro di cui sto per parlarvi. 

L'albo di oggi, è dedicato all'amicizia e alla condivisione, o rinuncia dal principio a favore di un fine più grande.


Si tratta di Tho! un cappello! di Jon Klassen (anno 2016, pubblicato da ZooLibri).
Con me il libro è partito subito bene, perché le pagine sono in carta ruvida leggermente spesse e profumano di cartoncino e io adoro questo tipo di carta sia al tatto che nel profumo (si annuso i libri, embè, che volete da me? e poi lo facciamo tutti). 

Le frasi non sono molte, l'autore gioca con le suggestioni e con le immagini per comunicare sentimenti, emozioni ed intenti, inoltre le poche parole presenti hanno un carattere chiaro e lettere molto grandi così da rendere il testo adatto anche alle prime letture in autonomia. 

La storia è ambientata in un suggestivo deserto, in cui due tartarughe trovano un cappello abbandonato. Se lo provano entrambe e ad entrambe sta benissimo, ma il cappello, mannaggia, è uno e loro due, e allora decidono di lasciarlo li dove si trova... 
Una però, non riesce a darsi pace e decide di prenderselo una volta che l'altra dorme. 
Cambierà poi idea, ma non vi dico come così ve lo andate a comprare o a prendere in biblioteca o al leggere di soppiatto in libreria da veri ribelli (così che i vostri figli imparino presto come comportarsi). 

Vi dico solo che:
1. Le illustrazioni sono magnifiche;
2. Le due tartarughe diventeranno le vostre migliori amiche;
3. comincerete o i vostri figli cominceranno, a condividere di più (io ho già condiviso la mia matita per gli occhi con un'amica, come minimo domani avrò la congiuntivite e non potrò mettere le lenti a contatto e dovrò quindi ripiegare sugli occhiali a fondo di bicchiere molto sexy... ma, oh, mi sento molto più buona) e a rinunciare a cose perché piacciono a voi ed ad altri instaurando rapporti più duraturi e a non essere egoisti (l'altra sera ho rinunciato all'ultimo biscotto con gocce di cioccolato fondente a favore di un rapporto basato sull'amore, fiducia, comprensione, sincerità... era uno di quei cookies americani super burrosi e unticci che hanno tipo 300 calorie al grammo ma che probabilmente dentro ci mettono qualche droga per dare assuefazione, ma non mi PENTO);
4. Vorrete comprare un capello;
5. Vi ho già detto che il profumo di questo libro è meraviglioso e potrà migliorare la vostra giornata? Inoltre concilierà il sonno del vostro pupo così avrete quei trenta minuti in più la sera per vedervi un film prima di cadere in letargo sul divano.


A proposito di film.
Se siete fanatiche come me di film Ya oltre che di libri Ya, vi consiglio, per chi ancora non lo avesse visto: Quattro amiche e un paio di jeans
E' vecchiotto, lo so, ma qui nessuna delle quattro amiche ha rinunciato a quel paio di jeans strepitosi, optando piuttosto per una condivisione mensile del suddetto capo di abbigliamento (dai, se non è amicizia questa).
Se non avete letto il libro fatelo (prima di vedere il film dai, lo sapete), vi ricordo che si tratta di una serie e che le copertine sono fantastiche (si, con me funzionano bene anche i packagin oltre che gli odori di buono, lasciatemi stare).




Vi auguro tante belle persone con le quali condividere la vostra settimana. 

martedì 6 febbraio 2018

L'universo nei tuoi occhi- Jennifer Niven


Salve a tutti, oggi quelli che hanno già letto Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven e l'hanno adorato quanto me, vorrei spendere due parole per un libro della stessa autrice del quale avrete sicuramente sentito parlare se bazzicate il settore YA: L'universo nei tuoi occhi

Titolo: L'universo nei tuoi occhi
Autore: Jennifer Niven
Editore: De Agostini
Pagine: 440
Prezzo: 14,90€ copertina rigida

In tutta sincerità erano mesi che il libro era in attesa di essere letto sul mio comodino, sotto la consueta pila di altri volumi sempre in bilico tra caramelle, sveglia, creme e cremine e tazze. 

Sapevo dalla quarta di copertina che l'argomento trattato era quello del bullismo e provo sempre timore a leggere storie che lo affrontano perchè il più delle volte non lo fanno, secondo me, in modo giusto, cioè non viene indagata l'effettiva realtà di chi subisce questi atti e il più delle volte il protagonista pare uno sprovveduto totale, quando in invece non è questione di ingenuità ma semplicemente il fatto che ogni individuo che si differenzia volente o meno dalla massa, può essere vittima di uno o più bulli più o meno adulti. Quindi le storie diventano spesso irreali e banali.

Sabato pomeriggio, dopo aver pulito casa da brava ragazza quale sono (ppffff), spinta dal fatto che la scadenza del prestito bibliotecario del volume era vicina, mi sono finalmente decisa ad iniziarlo. 
Stringendo i denti sono arrivata fino a pagina trenta. Pausa. Ho ripreso fino a pagina 134, dopo di che ho preso il via e l'ho finito tutto d'un fiato. 

[Occhio ad ipotetici spoiler]

Allora, la protagonista (ex ragazza più grassa d'America e ora solo obesa) è assolutamente deliziosa e non banale, fragile come tutte le persone ma allo stesso tempo in grado di rialzarsi dopo le cadute. Questo è quello che rende Libby davvero ca...ta. 
Il contesto, gli atti di bullismo, le dinamiche, sono secondo me, del tutto realistici, ma tra una scena e l'altra, la scrittrice da modo al lettore di "prendere respiro", e quindi non rende la lettura troppo angosciosa e pesante. 
Queste caratteristiche mi hanno spinto ad una lettura più serena. 

Perfetto. 
Un punto a sfavore ha giocato invece il coprotagonista, Jack. Affetto da prosopagnosia,  che è stata utilizzata come caratteristica che rende umano e imperfetto anche chi all'apparenza sembra avere tutto dalla vita, diventa bullo per necessità ma allo stesso tempo si rende conto di essersi comportato da bastardo e fa di tutto per redimersi. 

Fin qui okay, tuttavia avrei evitato la figura del padre malato di cancro in remissione, con l'amante che è anche la professoressa del figlio. Jack è l'unico a sapere della tresca perché il padre è tanto sciocco da lasciare cellulari in giro e account di mail aperti in bella vista (siamo in Beautiful?).  Al figlio non viene neppure in mente di riferire la questione alla madre, che nonostante la malattia del marito avrebbe comunque tutto il diritto di sapere se è tradita. 
Trattasi a a mio parere, di una parte che allunga solo la trama senza però arricchirla nel contenuto.
Piuttosto, mi sarei fermata alla prosopagnosia (anche se dubito che un ragazzo possa tenere nascosta una sindrome come del genere da quando era bambino), e avrei approfondito la figura del padre di Libby, accusato dai media di aver contribuito all'obesità della figlia e osservato meglio il loro rapporto. 

Mi è piaciuta invece la figura del fratello di Jack, probabilmente omosessuale, preso anche lui di mira dai coetanei, che però non rinnega nulla della sua personalità nonostante il mondo gli sia avverso.  Fa la parte del grillo Parlante diciamo.

Ovviamente sono tutte considerazioni personalissime.
Nel complesso è un libro che consiglio caldamente,positivo nei contenuti,  inneggia alla fiducia in sé stessi nonostante tutto, all'accettazione di sé stessi e degli altri  e al volersi bene proprio perché si è imperfetti.

E' un inno alla fatica che bisogna fare in ogni momento per non farsi scoraggiare da chi ci circonda, da noi stessi e dagli episodi traumatici. Alla forza che bisogna tirare fuori per rialzarsi ogni volta che si cade. 

Un inno a chi si ama e di conseguenza ama la vita.


Se volete rimanere su questo argomento vi consiglio anche Lo sfigato di Susin Nielsen


Titolo: Lo sfigato
Autore: Susin Nielsen 
Editore: Rizzoli 
Pagine: 266 
Prezzo: 14,50€