sabato 31 marzo 2018

Rosso di sera- Brunella Gasperini

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Buonasera lettori! 
Oggi dopo tanto procrastinare, vorrei parlare di un libro che rientra in assoluto tra i miei preferiti e che, anni fa, mi ha fatto scoprire una scrittrice meravigliosa. 

Il libro in questione si intitola Rosso di sera, è stato scritto da Brunella Gasperini e pubblicato dalla Rizzoli nel 1977. Ultimo romanzo di Brunella, l'edizione che possiedo è della Baldini Castoldi Dalai Editore che nei primi anni del 2000 si è ricordata di questa grande autrice italiana e ha ripubblicato in nuova veste alcuni (secondo me troppo pochi ma ci accontentiamo) suoi romanzi. 



Brunella Gasperini (il cui vero nome in realtà era Bianca Robecchi) nasce a Milano nel 1918 e vi morirà nel 1979. All'inizio degli anni 50 incominciò a scrivere per il Correre della Sera, per vari periodici e sopratutto per Annabella dove terrà una rubrica di colloqui con i lettori, alcuni dei quali raccolti nel libro Più botte che risposte. Nella sua produzione troviamo racconti, romanzi, recensioni... tutto scritto con una grande profondità di pensiero, modernità, sensibilità e spesso un taglio umoristico unico. Per non dilungarmi troppo vi rimando per un eventuale approfondimento all'Enciclopedia delle Donne.



Rosso di sera dovrebbe essere proposto e riproposto ai giovani (e non) lettori a scuola, in biblioteca e in libreria ma questo non succede, forse perché poco conosciuto.

Gianluca detto Rosso per via del colore dei capelli, è un ragazzo di diciassette anni. Figlio del primario dell'ospedale della città in cui vive, ci racconta in prima persona con grande sagacia e humor ma anche con tanta profondità e delicatezza quel passaggio dall'età infantile a quella adulta. La storia è personalissima ma allo stesso tempo universale, tutti i ragazzi ci si possono rispecchiare per quel o quell'altro motivo. 
Rosso, è incompreso dalla famiglia, non ama la città e tanto meno quelli che lui chiama "i ragazzi" cioè quelli della sua età ma con i quali in comune non ha nulla. La sua salvezza sono le sue passioni: il jazz, la tromba, la poesia di Neruda e un rapporto meraviglioso con il nonno anticonformista, pecora nera della famiglia, che vice al di la del fiume, dove il progresso e la città schifa non sono ancora arrivati. 
La sua vita prenderà una piega inaspettata (e sperata?) con l'arrivo in città di una vecchia famiglia tornata dopo lungo tempo, e di una ragazza, Federica che nasconde però un segreto.

"Così sono tornato al fiume. Sembra l'unica cosa rimasta intatta dalla mia infanzia, il fiume, anche se forse già inquinato, come l'infanzia, da invisibili veleni. 
Dovrei aver paura, credo, ma non ne ho. Solo una terribile confusione, come se mi avessero tagliato a pezzettini e poi ricucito insieme in qualche modo, un modo sbagliato, con tutte le cuciture che tirano di qua e di là. E così, cucito sbagliato, rieccomi a guardare l'acqua che passa, scroscia via per i fatti suoi tra i salici e il muschio con riflessi improvvisi di cielo, come quella sera."

Nel romanzo come in quasi tutte le storie della Gasperini tornano personaggi e temi ricorrenti, spesso autobiografici, rivisitati e rimodellati, mai scontati ne banali. 
Ogni personaggio è indagato con minuzia, la trama presenta moltissimi colpi di scena e se siete tra quelli che almeno una volta nella vita avete desiderato di conoscere un autore dopo aver finito un libro, questo è il romanzo che fa per voi. 

L'altro giorno in biblioteca, ho domandato ad una mia utente di quindici anni, come mai leggesse libri sempre un po' tristi, mi ha risposto che cerca il dramma, le emozioni forti. E allora, ho pensato che è un po' la caratteristica ricerca di tutti i ragazzi (ecco il successo di libri in cui si parla di malattia, incidenti, lutti, incomprensioni... con l'immancabile sottofondo dell'amore).
Rosso di sera si inserisce perfettamente in questo grande universo libresco ma ha qualcosa in più, secondo me, una profondità, una delicatezza che, suscitato una grande malinconia non so bene neppure di cosa, forse dell'infanzia o di quell'attimo in cui da adulti, il mondo appare facile e meraviglioso come mangiare un gelato in un giorno d'estate. 

Rosso di sera per me è un libro speciale, l'ho incontrato a sedici anni e non l'ho più lasciato. Vorrei che lasciasse qualcosa anche a voi, se non l'immagine di un tramonto con il rumore dei grilli e il profumo d'estate, almeno che fosse una piacevole lettura. 

Con Rosso si cresce anche se si è già grandi.

"La porta era appena accostata. La spinsi senza far rumore, entrai, richiusi. Nel buio pesto, attraversai silenziosamente la stanza verso la mia brandina. "Accendi pure" disse la voce del nonno. "Sono qui."
Contro voglia, accesi. il nonno era in piedi davanti la finestra e guardava fuori, le spalle voltate, la testa eretta. Capii che non si sarebbe girato, se io non volevo. Aspettava. Il nonno sa, pensai. Ha sempre saputo. Perché non me l'hai detto, gli gridai in silenzio dentro di me. Mi sentivo tradito anche da lui. "Se vuoi berci sopra," disse "la bottiglia della grappa è in cucinino."





sabato 3 marzo 2018

Sull'importanza del fumetto

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Buongiorno lettori, ho deciso di scrivere un breve post a favore del fumetto partendo da uno scambio di pareri che ho avuto l'altro giorno con una mamma che "non approvava" che il figlio ottenne li leggesse. L'idea di fondo era che il fumetto non contasse, diciamo, come lettura, e che quindi il bambino leggendo questi giornalini avrebbe fatto prima a non leggere nulla. 


Io non mi trovo d'accordo. Da quando ero bambina  una delle mie letture preferite (avevo anche albi e libri vari a disposizione) nel lettone con mamma era Topolino. Frequentavo ancora l'asilo quindi mia madre mi leggeva le vignette con me vicino che seguivo la storia guardando le figure. Bellissimo. Mi piaceva davvero tanto, e così sono cresciuta ridendo con Zio Paperone, con le sfighe di Paperino, i misteri che Topolino doveva risolvere e aspettando che la fortuna di Gastone terminasse. Una volta imparato a leggere è diventata una lettura autonoma e mi sono creata nel tempo una vera raccolta. 

Orbene, questa è solo la mia esperienza personale ma ritengo che il fumetto, se ben consigliato per età (certo con consiglierei mai un Diabolik ad un ottenne), sia una lettura formativa (o anche solo divertente) come lo possa essere un qualsiasi altro libro. 
Se un bambino ama leggere Paperinik anzi che Pippi Calzelunghe, non vedo dove sia il problema, magari non conosce Pippi, e allora spetta al genitore o alla scuola o alla bibliotecaria, farlo entrare in contatto con quel libro e sarà il bambino a scegliere se gli piacerà o meno. 

Obbligare un pupo alla lettura di testi che non si sente di leggere o peggio, forzarlo ad abbandonare certe letture perché si ritine non siano abbastanza "serie", lo trovo non solo controproducente ma ritengo sia una violenza (sono estrema e non me ne pento!). Oltretutto questo vale anche per gli adulti, mi è capitato molto spesso di parlare con lettori forti o colleghi che "disprezzavano" certi libri non ritenendoli all'altezza di altri o semplicemente poco seri. Per esempio la narrativa romantica, i gialli Mondadori... in base a questi criteri quindi, si dovrebbero leggere solo saggi e non tutti, perché, diciamocelo, c'è saggio e saggio. 

Spesso ci dimentichiamo, quindi, di un aspetto fondamentale del leggere, cioè il piacere che proviamo quando apriamo un libro di un autore che ci piace, o su un argomento che ci interessa o una storia che ci attrae. 
Sono convinta che fin quando un testo non presenti errori ortografici, grammaticali o sia stato scritto con il palese intento di fomentare la violenza, possa per diritto essere sistemato su uno scaffale senza vergogna o imbarazzo. Vuoi leggerti un Harmony per concerti una pausa dallo stress della tua vita? leggilo! chi se ne frega se le trame sono ripetitive e scontate, è quello il bello magari. 

Tornando alla letteratura per l'infanzia e adolescenza, da oggi comincerò ad inserire post riguardanti recensioni di fumetti, che sono fiera di leggere (sarò nerd che ci volete fare). Se ritenete che la scelta  non sia seria... Hasta la Vista, nessuno è obbligato a leggere le mie parole.

Inizio quindi, consigliando Topolino, dagli 0 alla morte, sono convinta possa accompagnare la crescita di una persona dalla culla alla bara (cari lettori scaramantici vi ho perso lo so). 

Non solo è una lettura divertente, ma rispecchia la cultura di un paese, nelle storie ci puoi ritrovare le rappresentazioni topolinesche di personaggi reali, o provenienti da film!! Cantanti, calciatori, personaggi dello spettacolo, della letteratura come Montalbano! 
Le storie non sono mai banali e accontentano tutti i gusti (io adoro quelle che hanno per protagonista il piccolo Paperino). Gli articoli toccano tantissime tematiche, dallo sport alla scienza, c'è l'oroscopo per i sognatori e le parole crociate per i "cervelloni". 
I disegnatori (come gli ideatori dei testi delle storie) sono ovviamente diversi e si possono riconoscere le varie mani, avere magari dei prediletti.
Lo potete leggere a casa, sul treno, al parco o al mare (che ti si riempie di sabbia, prende il profumo della pizza nella borsa e si impiastriccia di crema solare che rimane sulle dita). 

Inoltre, e questo vale per tutti, un fumetto non è mai superato, si può trovare e comprare nei negozietti dell'usato a pochi cent salvando il contenuto del portafoglio dei tanti lettori compulsivi come me.

Insomma, avrete capito che per Topolino ho solo buone parole, più di 3000 numeri di gioia.

NB. Ovviamente consiglio appassionatamente anche i cartoni classici topolineschi (sarò vecchia ma non c'è proprio paragone con quelli che trasmettono ora tutti computerizzati e anche se sono vecchie pellicole, i bambini sono sempre quelli, se piacevano ai pupi che ora hanno 60 anni, piaceranno anche a quelli che ora ne hanno 3, garantito), anche questi non hanno età ... ma d'altronde è una regola che vale per tutti i cartoni animati. 



Fatemi sapere le vostre esperienze con i fumetti, se li leggete, se li leggono i vostri bambini o se vi è capitato di parlare con persone che ritengono il genere "minore" rispetto ad altri o se semplicemente il fumetto non vi piace (e il motivo, in caso, che sono curiosa come un macaco).