giovedì 25 gennaio 2018

Giornata della Memoria e proposte di lettura


Manca davvero poco ormai al 27 gennaio e alla Giornata della Memoria e, come è giusto (anche se la sensibilità e la moralità per questo argomento vanno coltivate sempre, in ogni secondo in cui stiamo ancora respirando), impazzano le liste di libri e film da far leggere e vedere ai ragazzi. 
Le proposte sono davvero numerose e per questo voglio indicare due libri secondo me molto originali.


Il primo testo è Cuore di contrabbando di Lissa Evans, pubblicato da Rizzoli, mi pare, nel 2015, 313 pagine, 18,50€. 

In una Londra in piena Seconda Guerra Mondiale, il piccolo e intelligente Noel, rimasto solo, viene "accolto" da Vera, una donna senza marito che vive con un figlio scansafatiche ed approfittatore e una madre che intrattiene una corrispondenza esilarante con Churchill (a senso unico tra l'altro). 
Si dovranno tutti adattare alla nuova realtà fatta di bombardamenti, paura e fame, ma anche alla nuova convivenza. Da questo contesto nasceranno dei rapporti umani unici, nati inizialmente dalla necessità, ma che in seguito arricchiranno tutti i personaggi. 
La Guerra è, in questo libro, pretesto per educare alla moralità, al giusto e sbagliato, alla pietà e alla compassione. Si dovranno fare i conti anche con la diversità e l'abbandono. 
La storia corre via veloce con una scrittura scorrevole e chiara. E' in assoluto uno dei miei libri preferiti e lo consiglio a tutti quegli insegnati che vogliono proporre una lettura profonda e al tempo stesso divertente (un divertimento dolce-amaro). 


Un secondo libro che ho amato alla follia e che rientra a spada tratta anche tra i distopici YA di nuova generazione, è: Wolf la ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin, pubblicato da DeAgostini, 400 pagine, 18,00€.

Fa parte di una duologia ambientata in una realtà  alternativa che vede la Germania vincitrice della Seconda Guerra Mondiale. La protagonista è Yael, una ragazza ebrea in grado, dopo essere stata sottoposta a degli esperimenti in un campo di sterminio, di cambiare le proprie sembianze fisiche.
Approfitterà di questa capacità per poter partecipare al Tour dell'Asse (una gara motociclistica per celebrare le grandi potenze), vincere, incontrare Hitler e ucciderlo. Questo il piano...

Il libro è, secondo me, un modo alternativo di affrontare una tematica seria come l'olocausto e la Seconda Guerra Mondiale in generale. Amore, odio, avventura, dolore, personaggi ed eventi storici veri ed inventati si mischiano in una trama originale ed appassionante.  

Il libro può essere inserito in una rosa di letture per l'occasione, sopratutto a partire dai ragazzi che hanno ben chiari gli eventi storici del periodo, così da poter meglio apprezzare l'originalità della trama. 
Si  potrebbe poi dar vita anche ad un dibattito in classe su come secondo loro sarebbero potute andare le cose se effettivamente Hitler avesse vinto la guerra, o riflessioni sulla vita nei campi di sterminio... 

Questi secondo me sono le proposte più allettanti per coinvolgere fasce d'età e gusti differenti ad un argomento così importante. 




domenica 14 gennaio 2018

Leo Lionni

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Da bambina amavo leggere dei libri di favole che, giuro, avevano delle illustrazioni allucinanti, mentre quelli con immagini (ora) meravigliose, rimanevano sullo scaffale a prendere polvere, con disappunto di mia madre che cercava di propormeli in ogni modo. 
A volte, quindi, sfogliando alcuni libri illustrati per l'infanzia, oggettivamente molto belli e praticamente opere d'arte, mi domando se effettivamente possano piacere ai bambini o se magari possano in realtà essere apprezzati di più dai "grandi" che comprandoli (inconsapevolmente) per loro stessi, li propongono a pargoli che preferirebbero sfogliare i cataloghi dei giocattoli (sempre io).

Con Leo Lionni questo quesito non si pone. Uomo dalle tante doti (grafico, pittore, scrittore...), Lionni nasce in Olanda nel 1910. Poco dopo la famiglia si trasferirà in Italia, dove Lionni rimase fino al 1940 quando, a causa delle sue origini ebree, fu costretto ad emigrare in America. In Italia tornerà solo nel 1960 e vi resterà fino alla morte, nel 1999. 

Nel 1959 ideò un libro per bambini che cambierà la concezione stessa dell'illustrazione per l'infanzia: Piccolo Blu e Piccolo Giallo, in cui due bolli colorati porteranno il lettore a meditare sull'amicizia, la diversità e l'identità in modo semplice e chiaro.
Le stesse importanti tematiche saranno affrontate in Un colore tutto mio, dove però, abbandonerà la rappresentazione astratta a favore di un piccolo geco dall'animo profondo che si domanda come mai non abbia, come gli altri animali, un proprio e immutabile colore. 

Uno dei miei preferiti è La casa più grande del mondo, con protagonista una lumachina che vorrebbe ingenuamente una casa molto più grande. In questo albo si percepisce attraverso le immagini, l'interesse dello scrittore per il mondo naturale, rappresentato con minuzia di particolari.
La storia e le figure, catturano l'attenzione dei bambini di tutte le età (vale per tutte le sue opere d'altro canto) ma probabilmente il significato vero di questo libro può essere compreso del tutto a partire dai tre anni. 

Verso la fine c'è un'illustrazione che più di ogni altra dovrebbe affascinare i vostri pupi, quella con la casina della lumaca completamente distrutta. Trovo meraviglioso da parte dell'illustratore non voler risparmiare nulla agli occhi del bambino e mi fanno sorridere le madri che a volte reputano inappropriata questa rappresentazione per i loro pargoli non capendo quanto invece i piccoli abbiano bisogno di confrontarsi con queste scene, per così dire, realistiche e macabre (trattasi spesso delle stesse madri che permettono ai figli di due o tre anni di intontirsi davanti ad un tablet, trovando quindi consono avere un pargolo con lo sguardo ipnotizzato e affascinato da colori psicadelici, luci lampeggianti e rumori davvero inappropriati almeno per le mie orecchie).

In conclusione consiglio una qualunque opera di Leo Lionni per bambini di qualunque età, quelli che ancora sono troppo piccoli le ameranno per le figure, i grandi per quelle e per la storia. 
Questi libri si prestano anche per tanti laboratori sulla natura, sui colori (Piccolo Blu e Piccolo Giallo), sull'uso della tecnica del collage e la manipolazione della carta (Pezzettino)... sono strumenti didattici eccezionali. 






NB: In ogni caso, se vostro figlio vuole anche sfogliare il volantino delle offerte del supermercato, lasciateglielo fare. Se il contenuto non è nocivo e lo affascina, ogni bambino ha diritto a scegliere cosa sfogliare con le sue manine appiccicosine. 


Un colore tutto mio. Ediz. illustrata

lunedì 1 gennaio 2018

Nel paese dei mostri selvaggi- Maurice Sendak

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[Il libro uscirà in una nuova edizione il 16 Gennaio 2018 per Adelphi tradotto da Lisa Topi]

Per iniziare con il botto questo 2018 (siete riusciti a sopravvivere anche a questa ennesima prova di resistenza psicologica?), oggi voglio dedicare un post ad un albo classico che tutti i bambini devono incontrare nella loro infanzia ma che fa comodo anche a noi"grandi" e cioè NEL PAESE DEI MOSTRI SELVAGGI (il maiuscolo mi sembrava d'obbligo) di quel genio di Maurice Sendak (foto a fianco presa a caso su internet in cui se la spassa a leggere il suo libro ad un bambino con un delizioso maglioncino fine anni sessanta).

A volte, siamo colti da una RABBIA irrefrenabile, una rabbia che ci fa sbattere porte, lanciare oggetti e gridare. Queste scene madre solitamente sono più frequenti in tenera età, quando ancora si è sopraffatti da mille emozioni diverse alle massime frequenze, e si spera che dopo la fase teen capitano di rado (...vero?). 

Bene... comunque sia, per spiegare questi istinti assassini ai pupi e per darci una calmata quando vorremmo schiaffeggiare una collega o infilare una matita nell'orecchio del capo, esiste un rimedio pacifico, e cioè quello di leggere il libro di Sendak (siete felici di questa notizia? io molto. A fianco vi ho pure messo l'immagine del mio mostro selvaggio preferito tratta dalla copia del libro in mio possesso. Adoro la sua chioma indomabile, forse perché mi ricorda un poco la mia).

A inizio degli anni sessanta, quando venne pubblicato, questo albo non suscitò particolare entusiasmo, anzi, diciamo pure che scandalizzò i più perbenisti e quelli inclini agli svenimenti tragici. 
Ma cosa c'era di "scandaloso" in queste poche pagine? Ebbene, prima di tutto, una frase detta dal piccolo scapestrato protagonista, che, dopo aver distrutto mezza casa, impiccato un peluche e inseguito il barboncino, viene mandato (giustamente oserei dire) a letto senza cena dalla madre che in crisi di nervi gli urla dietro: "MOSTRO SELVAGGIO!". Max non si lascia certo intimorire dal digiuno, dalla reclusione e tanto meno dall'insulto, al quale risponde con un: "E IO TI SBRANO". Oggi una frase del genere ci fa sorridere, abituati come siamo ai modi di alcuni piccoli Puffi (cari miei genitori troppo permissivi, insegnare regole e l'educazione ai vostri figli non è certo una colpa o uno scandalo, anzi, qualche regola fa BENE ai bambini, chiedete pure a un qualsiasi esperto, medico, psicologo, psichiatra, medium o sciamano), ma al tempo, pensare di poter scrivere per poi leggere una cosa del genere ad un bambino, era impensabile.
E' proprio questa risposta che scandalizza la società dei primi sessanta. Non è ammissibile che un bambino risponda ad un genitore, e poi cos'è quell'espressione incavolata che ha il pargolo nell'illustrazione? 
Come se non bastasse, quelli che ancora non erano svenuti leggendo fino a pagina otto (frontespizio compreso) si incavolarono parecchio quando videro gli istinti rabbiosi trasformati in mostri selvaggi e intuirono che il protagonista lascia si, l'isola dei mostri in cui era approdato diventando re, ma è anche cosciente che, prima o poi, ci tornerà!! (Oibò) 

E' un capolavoro della letteratura per l'infanzia, le immagini a pastelli colorati sono meravigliosamente simpatiche e riescono con pochi tratti a rappresentare il sentimento forte e sconvolgente della rabbia. 
Per quanto mi riguarda io lo apprezzo molto anche ora che per la società (povera illusa) sono pienamente (e da tempo) adulta. Sfogliarlo nei momenti in cui vorrei distruggere il servizio buono da caffè, quello con tante ciliegine rosse sulle tazzine e i piattini bianchi, calma i  miei bollenti spiriti, funzionando meglio di una seduta dallo psicologo. 

Consigliato ai massimi livelli. Se non lo avete ancora letto (ma dove vivete?) fatelo e se lo avete letto rileggetelo (lo avete già preso in mano, che bravi) e se non vi dovesse bastare vedetevi anche il film del 2009 diretto da Spike Jonze!!